Cucinella racconta la sede Coima a Milano Porta Nuova

Pubblicato
17 Jun 2016

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Collegare il tessuto urbano esistente con il parco adiacente e dare agli spazi un po’ più di ordine e una scala più umana, è l’obiettivo dell’edificio ideato dall’architetto bolognese.

Di Mariagrazia Barletta

A Milano cresce la nuova sede della società Coima, progettata dall’architetto Mario Cucinella, che ci informa sui tempi del cantiere: per l’estate la sagoma sarà finita e verso febbraio-marzo 2017 il piccolo volume sarà terminato. La nuova architettura sta sorgendo nell’area Porta Nuova Garibaldi, a pochi passi dalle svettanti torri di Pelli Clarke Pelli Architects di piazza Gae Aulenti e proprio di fronte al padiglione UniCredit, ossia il «seme» firmato dall’architetto Michele De Lucchi. Al fianco è previsto il parco «Biblioteca degli alberi», un giardino botanico contemporaneo di 100mila metri quadri disegnato dalla paesaggista olandese Petra Blaisse, ma ancora non realizzato, e sul lato opposto l’edificio per uffici «Onda bianca» di Piuarch.

Collegare il tessuto urbano esistente con il parco adiacente e dare agli spazi un po’ più di ordine e una scala più umana, è quanto l’edificio dello studio Mario Cucinella Architects propone. Circa 2.400 i metri quadri racchiusi in una sorta di serra trasparente lambita sui fronti nord e sud da due «fogli di corteccia», così definisce Mario Cucinella i due sistemi di travi in legno lamellare che proteggono il volume in vetro e acciaio e si protraggono anche oltre di esso, verso lo spazio pubblico, andando a conformare una piccola piazza. I due «fogli», riprendendo l’immagine del legno che si curva sotto l’azione di una pialla, divergono e si aprono come delle braccia che invitano ad entrare in uno spazio dalla dimensione più umana, ci dice Cucinella.

La semplicità è la caratteristica chiave del progetto, che ospiterà sia uffici che funzioni commerciali. «Non volevamo un edificio simbolico, con forme strane o comunicare chissà cosa, ma volevamo realizzare un’architettura semplice e la semplicità deriva anche un po’ dalle restrizioni legate all’area», afferma Cucinella. «Ma, nella sua semplicità – continua l’architetto – l’edificio conclude un percorso, crea una piazza, diventa un luogo che genera spazio pubblico ed è anche il fronte del parco». In un panorama molto eterogeneo, caratterizzato anche da edifici molto alti e da grandi spazi, c’era il bisogno di riprendere una scala più umana ed urbana per l’edificio e la sua piazza, ci spiega ancora Mario Cucinella. 
«Non avevamo molte ambizioni anche perché il budget non era così alto, ma è come se avessimo costruito una casetta in mezzo ad una città piena di grattacieli», afferma Cucinella. «Il rischio – ci dice – era quello di costruire un luogo non identitario, un luogo che la gente percepisse come estraneo, come spesso accade nell’architettura contemporanea». Ed allora entra in gioco il concetto di «empatia creativa».

La sostenibilità non è una definizione assoluta – spiega Cucinella -, ma «si declina luogo per luogo, modalità per modalità, tecnologia per tecnologia». Essa – aggiunge i dice – deve tener conto di aspetti di tipo tecnologico e prestazionale, riferiti alla specificità del luogo e, allo stesso tempo, relazionandosi al contesto e attraverso le forme architettoniche, deve generare identità, facendo leva su una «empatia creativa». Si tratta di entrare in sintonia con i luoghi attraverso un atto creativo che si traduce, poi, in un progetto che dà risposta alle specifiche condizioni del luogo e alle sue peculiarità. «Nello specifico di Coima – continua l’architetto – la nostra attenzione, la nostra empatia, si è concentrata sulla ricerca di un equilibrio di dimensioni in un contesto molto eterogeneo». 

L’eterogeneità è un aspetto che ha reso, dunque, più complessa la progettazione. Nonostante ciò l’architetto Cucinella spende parole di apprezzamento per l’area di Porta Nuova Garibaldi e per il lavoro svolto dalla città di Milano sul fronte dell’architettura contemporanea. «Certo c’è eterogeneità di linguaggio, ci sono luoghi complessi, una grande piazza, piccole piazze, il parco, il passaggio sulla strada, ma alla fine quella è anche una nuova identità di Milano», afferma Cucinella riferendosi all’area su cui insiste il progetto Coima, di cui elogia anche la capacità di connessione con il tessuto esistente. «Milano – continua – è l’unica città italiana che sia riuscita a costruire un’identità contemporanea. Noi siamo assediati, ma menomale, da una coscienza storica amplissima, ma non abbiamo avuto la forza di costruire una identità contemporanea, se non attraverso singoli edifici, come il Maxxi, però non sono sufficienti per costruire una tale identità. Milano, invece, è stata capace di farlo».

Il progetto di Cucinella nasce da un concorso ad inviti bandito da Hines Italia e Unicredit, vinto nel 2013 da Mario Cucinella e da Michele De Lucchi. I progettisti invitati avevano proposto una soluzione che comprendeva sia il lotto su cui oggi insiste il padiglione Unicredit che quello su cui sta sorgendo la sede della Coima. Conclusa la competizione, gli interventi sono stati divisi: all’architetto De Lucchi è toccato il padiglione del gruppo bancario; mentre a Cucinella è andato il progetto della sede di Hines Italia, la società di gestione del risparmio rinominata Coima sgr quando, lo scorso settembre, Manfredi Catella ne ha rilevato il controllo.

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