Fridays for Future: siamo al loro fianco. L’ambiente va difeso subito

Pubblicato
15 Mar 2019

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Cucinella oggi ha sfilato coi giovani: «Tram, aree militari, piste ciclabili: Bologna sia coraggiosa»

Articolo di Mauro Giordano

«È chiaro, parliamo di una tematica planetaria ma anche i singoli Comuni possono fare molto. A Bologna per esempio si potrebbero ampliare le Ztl, aumentare le piste ciclabili o mettere in collegamento le grandi aree da riqualificare con progetti legati all’ambiente. Penso alle ex caserme o agli spazi militari, invece di lasciarli vuoti iniziamoli a riaprire destinandoli al verde».
L’architetto Mario Cucinella oggi è sceso in piazza con gli studenti, le associazioni e le altre sigle che hanno partecipato allo sciopero per il clima.

Cucinella, come mai ha deciso di aderire al movimento «Fridays for future»?
«Io e i colleghi del mio studio condividiamo da tempo questo tema e siamo molto vicini ai ragazzi che saranno in piazza. Mi piace il fatto che si tratti di una mobilitazione spontanea e dal messaggio molto chiaro: ci sono scelte non più rimandabili. Si dà la voce alla Terra, che altrimenti non avrebbe mezzi per difendersi».

Architettura e urbanistica cosa possono cosa possono fare per la tutela dell’ambiente?
«Credo siano importanti, pesano molto. Soprattutto a partire dalla riflessione che le città appartengono a tutti, alle mamme e i papà, così come ai loro figli. E quindi bisogna iniziare a ragionare diversamente, sia nel progettarle che nel viverle. Pensando a stili di vita più rispettosi delle risorse. Ma sono cose delle quali si parla da troppo tempo, adesso è il momento si metterle in pratica. Le città consumano troppo e l’inquinamento continuo al quale siamo sottoposti nella pianura padana ce lo testimonia tutti i giorni».

Da questo punto di vista cosa si aspetta da Comune?
«Bologna spesso si è messa avanti rispetto ad altre città. Lo ha fatto anche sul clima, potendo vantare un piano sul cambiamento climatico. Serve un progetto collettivo: più zone pedonali, maggiori controlli sulle emissioni, una migliore disponibilità di trasporto pubblico».

C’è un comparto urbanistico dal quale lei partirebbe con un progetto? Con il suo bosco in piazza Santo Stefano aveva di fatto già affrontato questa riflessione.
«Non credo serva un’area specifica, per esempio si parla molto del bosco dei Prati di Caprara. Si tratta di una visione più globale della città. In attesa della riqualificazione di alcuni comparti, come le ex aree militari, sarebbe bello iniziare a riaprirle mettendole in gioco, con al centro i temi ambientali e della biodiversità».

Lei ha parlato di trasporti. Come valuta il fatto che la progettazione del tram scateni subito i comitati dei contrari? O il ventennale dibattito sul Passante di Bologna…
«Mi sembrano entrambe situazioni sintomatiche dello stato del Paese. Per quanto riguarda il tram posso dire che un amministratore deve avere coraggio. Se un’opera serve per un miglioramento collettivo e non individuale allora va fatta. La scelta del tram è giusta e la politica deve essere coraggiosa nel seguire fino in fondo le proprie idee».

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