La luce a partire dall’ombra

Pubblicato
06 Aug 2018

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Milano – Porta Nuova. COIMA Headquarters.

L’architettura pensata dallo studio MCA Mario Cucinella Architects per la nuova sede COIMA a Milano completa l’aria di Porta Nuova con un intervento altamente rappresentativo a supporto delle attività direzionali dell’area, raccontando il tessuto urbano con il parco adiacente e proponendosi come porta di accesso e quinta scenica del parco. Il progetto di lighting per le facciate si inserisce con grande coerenza a supporto di queste logiche.

L’architettura. Il progetto per la sede COIMA esplora il tema della sintesi tra “naturale” e “artificiale” sotto il profilo formale e ambientale. Il confronto fra la scala dell’intervento e le volumetrie previste ha suggerito la ricerca di una soluzione caratterizzata da una forte unitarietà e il nuovo edificio, con i suoi 2.400 m² di SLP, è stato concepito come un unicum nel quale semplicità, ritmo ed essenzialità, sono i principi di riferimento: una serra trasparente sul lembo del parco, racchiusa sui fronte nord e sud da due fogli di corteccia, che ne definiscono la percezione spaziale e materica. Due sistemi di travi in legno lamellare racchiudono e proteggono in questo modo il volume in vetro e acciaio, enfatizzando la continuità tra interno ed esterno definita dall’alternanza di pieni e vuoti. Il ritmo regolare degli elementi verticali lignei, lungo le due traiettorie divergenti nord e sud, prosegue oltre il fronte ovest, liberandosi ed aprendosi nello spazio pubblico adiacente.  L’intenzione progettuale qui è quella di creare un progetto flessibile e riconfigurabile alternativamente in spazi uffici e commerciali, enfatizzando la relazione fra gli ambienti eterni ed interni: e per questo motivo viene sfruttata in particolare l’adiacenza a nord con il parco attraverso una piazza che diventa portale di accesso.

Il progetto di lighting. Curato dall’arch. Alexander Bellman e dal suo team Gruppo C14, il progetto è integrato nella successione ritmica delle centine in legno di larice che caratterizzano le facciate laterali dell’edificio “E3 east” e nella pavimentazione della piazza. L’idea è quella di progettare la luce partendo dai vuoti e non dai pieni, da quanto rimane in ombra; come racconta L’architetto Bellman “…Lavorare sull’ombra non si discosta molto in realtà dal lavorare sulla luce, è un tema antico e può essere ricondotto in un certo senso a molte filosofie orientali…”. Il costante confronto con lo studio MCA Mario Cucinella Architects ha permesso un continuo approfondimento e perfezionamento del progetto, durante tutta la sua evoluzione formale, attraverso dettagliati modelli di calcolo e prove fisiche su mock-up anche in scala 1:1.

Dal punto di vista tecnico, la scelta è caduta su proiettori ad incasso (‘Compact’, di Simes) per il lavaggio delle lamelle, inseriti in parte a pavimento e in parte sui portali d’ingresso. Il sistema di lamelle in corrispondenza della grande scala di collegamento che porta verso via Melchiorre Gioia si modifica e resta sospeso rispetto alla quota di calpestio: per questa area è stato sviluppato un cassonetto in metallo verniciato per l’incasso dei proiettori ed il passaggio dei cavi. Dall’edificio “E3 East” la luce contribuisce anche allo spazio circostante: sono stati infatti posizionati sull’edificio proiettori per l’illuminazione delle aree pubbliche di attraversamento pedonale, compresa la grande scala adiacente, con una scelta tecnica e scenografica al tempo stesso. L’idea è quella di un progetto di insieme sotto il profilo del lighting nel quale ogni componente partecipa alla definizione e alla percezione di un spazio comune nel quale non perdere la consapevolezza visiva e spaziale degli elementi singoli. I proiettori che svolgono questa funzione (‘Kona’, di Erco), prestano differenti tipi di ottiche, con un accurato studio della modulazione dei fasci e intensità di emissione.

 

Pubblicato sul numero di giugno di 

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