La Nuova Università prende forma tra cristalli, alluminio e “onde glaciali”

Pubblicato
11 Jun 2018

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C’è un buco ovale che si perde nel grigio del cemento, tra scale e ombre. Laggiù nel primo piano sotterraneo c’è un grande spazio quadrato che pare una scena d’un film su un futuro da costruire: pareti in pannelli di colore tenue con disegni geometrici, incrociate di linee verticali lunghe con orizzontali più corte e al centro strambe macchie circolari in fila. E sulla parete di fondo due porte irraggiungibili, a oltre 3 metri di altezza. Poi i cavi, almeno 20 che scendono dal soffitto. Installazione artistica? Roba da Biennale dell’architettura di Venezia. Già, l’architetto che ha progettato quell’Aula Magna è Mario Cucinella, che alla Biennale c’è davvero, come responsabile dell’«Arcipelago Italia». È lui il progettista di questa Aula Magna cuore della nuova Università della Valle d’Aosta.

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Nell’ex piazza della caserma, che diventerà luogo d’incontro per tutta la città, sono arrivati i materiali della facciata Ovest dell’edificio didattico. «Il sistema costruttivo di questa parte costituisce – dice Bruno Milanesio, che guida la società regionale coordinatrice – dell’intero progetto l’elemento più importante dell’intero complesso». Cucinella ha voluto simulare onde glaciali. La simmetria di questo prospetto è da indovinare in balconate che coprono l’intera facciata, diversi a ogni piano. Sinuosi, a onda, appunto.

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Milanesio commenta: «Ci sono edifici muti, altri parlano, questo canta. Così deve essere percepito dalla città. Un’opera moderna fatta per la città. Questa è l’idea. Deve essere amata, non soltanto per l’utilità di grande importanza, gli studi universitari, ma per la sua architettura».

 

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