Dialogo aperto con la città sul progetto gioco di onde sulla facciata con i mattoni

Pubblicato
03 Jul 2020

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Garage San Marco, ok all’ampliamento con una terrazza sul tetto

Dopo un iter segnato da polemiche, ieri in consiglio comunale è stato autorizzato il progetto di ampliamento del Garage San Marco realizzato da Mario Cucinella, l’architetto siciliano con studio a Bologna, Milano e New York, che ha già firmato Veneto City ed è stato curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Architettura 2018. Nel giorno dell’approvazione, Cucinella spiega il suo progetto auspicando che si possa poi spiegarlo a tutti.

Architetto Cucinella, è stato approvato il suo progetto in un mare di critiche. Come si sente? «Non si può essere prigionieri delle polemiche e l’unico antidoto per superarle è fare comunque un progetto di qualità e non c’è dubbio che questo sia un progetto che dà un contributo qualitativo a quella parte di città. Come architetto so che quando si interviene su un edificio c’è sempre una reazione, a dimostrazione anche dell’attaccamento che si ha per la propria città. Trovo positivo che la Soprintendenza abbia dato parere favorevole, considerando la delicatezza della città. Spero di poterlo spiegare pubblicamente perché è un progetto definitivo, ma non ancora esecutivo, quindi può essere ancora oggetto di un dialogo».

Com’è nato il progetto? «Sono entrato in gioco l’anno scorso e ho realizzato un’operazione semplicità, cercando di contestualizzare il Garage San Marco nella città. Conosco Venezia, ho abitato a Castello e a Cannaregio, e ho sempre trovato che l’ingresso nella città più bella del mondo da piazzale Roma non sia qualificante e non dia un segnale di benvenuto a chi sta per entrare in città. L’edificio ha una sua dignità modernista e non è volgare, ma manca un collegamento con Venezia e una valorizzazione della struttura».

Come ha creato il collegamento con la città? «L’operazione consiste nel rendere l’impatto più sensibile riverniciando di bianco e creando una facciata di mattoni, grande tema del linguaggio dell’architettura veneziana, dove si intravedono dei motivi che richiamano le onde. Inoltre ho pensato che l’edificio offrisse una grande potenzialità come luogo da cui ammirare il paesaggio. L’ultimo piano ha infatti una pensilina dove si possono dare informazioni e prendere un caffè. In questo modo anche l’edificio stesso viene valorizzato e diventa un luogo non solo di parcheggio e transito, ma magari anche una metà per ammirare meglio il paesaggio. È anche un modo per dare qualcosa alla città. A parte le altane non ci sono altri luoghi così in alto da cui si vede come Venezia sia collegata alla terraferma». Tra le maggiori contestazioni ci sono quelle contro l’abbattimento della torre piezometrica che verrà sacrificata per il parcheggio. Gli stessi residenti avevano chiesto che venisse preservata.

Cosa ne pensa? «La perizia che è stata fatta si conclude dicendo che è meglio abbatterla».

Chi è contrario all’ampliamento sostiene che non serviva aumentare il traffico. Cosa risponde? «Al giorno d’oggi attraverso le prenotazioni si può evitare che piazzale Roma diventi un sacco pieno di macchine perché ci sono gli strumenti per farlo. Inoltre parte dei posti saranno riservati a Tribunale, Comune e veneziani. E un’offerta in più che dà la città».

Come sarà l’area dopo l’intervento? «Ho cercato di contestualizzare il Garage San Marco e di valorizzarlo, ma bisognerebbe intervenire in generale su tutto il piazzale perché, anche quando si scende dal People Mover, si entra in un parcheggio che avrebbe bisogno di un ridisegno qualitativo».

In quanto tempo verrà ultimato il progetto? «Venti mesi, al massimo un paio di anni. C’è il tema delle fondazioni, ma nel complesso si tratta di una struttura semplice, la facciata di mattoni e di cantieri non complicati».

I residenti che abitano nelle vicinanze dovranno subire dei disagi? «Per adesso abbiamo consegnato il progetto di concessione edilizia e non quello esecutivo, penso che la proprietà prenderà tutti gli accorgimenti con il vicinato»

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