Il Manifesto di Assisi, risposta italiana alla crisi climatica

Pubblicato
29 Jan 2020

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Laici e cattolici, imprese, istituzioni, cittadini, mondo economico parlano una lingua sola in difesa dell’ambiente

«Affrontare con coraggio la crisi climatica non è solo necessario, ma rappresenta una grande occasione per rendere la nostra economia e la nostra società più a misura d’uomo e per questo più capaci di futuro». Così si apre il Manifesto di Assisi (pdf), presentato da Fondazione Symbola e Sacro Convento di Assisi con gli altri promotori: San FrancescoColdirettiConfindustriaEnel e Novamont.

Quello che colpisce del Manifesto di Assisi è la sua trasversalità: ha messo d’accordo soggetti diversi (istituzioni, associazioni, imprese, cittadini, mondo economico), laici e cattolici. Ma soprattutto segna una svolta culturale, per la prima volta tante voci parlano una lingua sola per raggiungere gli obiettivi del Manifesto, a cominciare dall’azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050: un sì convinto alle politiche in difesa dell’ambiente e all’impegno di non lasciare indietro nessuno. Lo spunto iniziale del Manifesto di Assisi è l’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, da cui trae una spiritualità che si concretizza nella realtà di gesti quotidiani come la gentilezza. Ad Assisi – «città messaggio», come l’ha definita Papa Francesco – non poteva mancare un accenno a Greta Thunberg. È esagerato dire che Greta ha in mano le redini della situazione, ma sicuramente è riuscita a smuovere le coscienze di ragazzi, adulti e capi di Stato sull’inquinamento che sta mettendo in affanno il Pianeta.

«La generazione Greta non ha bisogno di carezze, ma di risposte» ha esordito il presidente della Fondazione Symbola Ermete Realacci, che ha fortemente voluto il Manifesto di Assisi. L’Italia è top in Europa per il riciclo dei rifiuti (79%) e per le energie rinnovabiliessere green conviene, come emerge dal Rapporto GreenItaly di Symbola: queste aziende hanno un maggiore dinamismo sui mercati esteri, sono nettamente più innovative e competitive, sono aziende che crescono più delle altre e creano maggiore occupazione. La sostenibilità è un valore che si traduce in scelte imprenditoriali, è diventata una necessità aziendale richiesta dai consumatori.  […]

Nessuno, da solo, può cambiare il mondo, ma ciascuno di noi può cambiare il suo piccolo mondo e contribuire a un grande cambiamento; tuttavia, ogni cambiamento, perché sia duraturo, deve prima avvenire dentro di noi. Dobbiamo cambiare il nostro obiettivo economico esistenziale: quando si fa impresa prima del profitto bisogna avere a cuore il bene e il bello, rispettare l’ambiente e le persone, perché «chi è evangelicamente scaltro, promuove sviluppo sostenibile e integrale sul territorio». Anche l’architettura può rappresentare la bellezza nelle città. Per l’architetto Mario Cucinella «bisogna prendere in mano il futuro attraverso un passaggio culturale, non basta solo la tecnologia. Non si tratta solo di innovazione delle imprese e dei prodotti. Se davvero non vogliamo lasciare indietro nessuno dobbiamo partire dalla sostenibilità delle città. La povertà edilizia rende impossibile immaginare una città migliore, non bastano progetti belli, bisogna migliorare la vita delle persone. Vivere meglio significa qualità e bellezza». […]

Un patto fra imprese, economisti, ricercatori, associazioni e istituzioni per “un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”: firma anche tu il Manifesto di Assisi.

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