La pancia della balena

Pubblicato
01 Dec 2018

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Intervista di Stefania Pelusi a Mario Cucinella dedicata al Nido d’Infanzia “La Balena” di Gustalla (Re)

Com’è nata l’idea di questo progetto che è già stato definito come “l’asilo più bello del mondo”?
«Creare uno spazio a misura di bambini e insegnanti, sostenibile, accogliente e sicuro come un vero e proprio nido in cui cominciare a esplorare il mondo, è stata una vera e propria sfida. Sono partito dall’idea che i bambini non debbano stare chiusi in uno spazio ma debbano vivere lo spazio. Una suggestione è venuta dalla pancia della balena di Pinocchio: sei dentro la pancia ma paradossalmente quello non è un luogo di pericolo, bensì un luogo sicuro. La pancia della balena allora diventa un po’ come un grembo materno. La scuola di Guastalla è questo, un grande ventre materno, senza muri, con le aule separate da vetri e la possibilità di vivere tanti ambienti spaziali differenti. In più c’è un rapporto forte con la natura, da vivere nel suo essere un orologio».

Lei ha dichiarato che “l’edificio è già in sé una forma di educazione”, in questo progetto si è sentito ancor più responsabile nell’educazione delle future generazioni? 
«Certo, penso che anche gli edifici che abitiamo e l’ambiente circostante influiscano fortemente nella formazione della personalità di un individuo. Infatti, sono partito dal concetto che per me lo spazio è già una forma di educazione, quando le maestre racconteranno ai bambini che l’elettricità della loro scuola viene dal sole, che l’acqua è calda perché la scalda il sole, che quando piove l’acqua viene raccolta e poi serve per bagnare le piante del giardino, stanno già costruendo la coscienza ecologica dei bambini. È la sfida dei prossimi decenni, formare e informare per rendere migliore il mondo».

Di solito si pensa che le costruzioni sostenibili abbiano un costo maggiore, mentre con l’asilo nido ha dimostrato esattamente il contrario, cioè che con lo stesso valore è riuscito a costruire un edificio ecologicamente sostenibile. Com’è riuscito ad ottenere questo risultato?
«La scuola di Guastalla è basata sulla semplicità del sistema costruttivo in legno, sulla scelta accurata di materiali, finiture e soluzioni tecniche. L’elevata coibentazione, la distribuzione ottimale di superfici trasparenti, il ricorso a sistemi all’avanguardia per il recupero dell’acqua piovana e l’inserimento in copertura di un impianto fotovoltaico, hanno consentito di ridurre al minimo il ricorso a impianti meccanici per soddisfare i fabbisogni energetici dell’edificio. Oltre la scelta nostra di materiali sicuramente è importante collaborare bene con tutti gli attori dell’opera e così è successo. L’asilo costa come un edificio “brutto” però è bello e sostenibile».

Secondo Lei questo progetto può essere riprodotto in altre nazioni?
«Certamente,  la rapidità di costruzione dell’asilo di Guastalla ha fatto sì che il progetto rappresentasse un buon modello che rientra a pieno titolo tra quelli che anche il Governo italiano vuole lanciare. Penso che sia un esempio che potrà essere utilizzato in tutto il mondo anche perché è stato pensato non solo per essere economico ed ecosostenibile, ma anche per stimolare tutti i sensi dei bambini».

 

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