La terra dei bambini

Pubblicato
14 Jun 2012

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La volontà di costruire il centro per l’infanzia “La Terra dei bambini” di Um al Nasser (Striscia di Gaza) si sviluppa nel 2011 rispondendo ad una richiesta di aiuto della comunità beduina accolta dall’ONG italiana Vento di Terra. Obiettivo, garantire l’accesso a servizi educativi e sanitari di qualità ai bambini beduini in età prescolare e alle donne beduine del villaggio. In un contesto complesso quale quello della Striscia di Gaza – caratterizzato dalla mancanza di pianificazione urbanistica e da una conseguente edificazione selvaggia – la scelta di realizzare il plesso seguendo i criteri dell’architettura bioclimatica è stata dettata dalla necessità di utilizzare risorse locali, facilmente reperibili e a costi accessibili. 

Il plesso, coprogettato dal gruppo ARCò – Architettura e Cooperazione e dallo studio di architettura MC A – Mario Cucinella Architects, è stato dunque realizzato in pochissimo tempo impiegando la tecnica degli “earthbags, seguendo un modello di autocostruzione già sperimentato con successo con la comunità beduina Jahalin in Cisgiordania.

Durante la costruzione del centro la comunità locale ha acquisito competenze tecniche innovative partecipando anche alla realizzazione di un impianto fotovoltaico e di un sistema di fitodepurazione. La struttura scolastica è coordinata da un team formato da Vento di Terra nella gestione e nello sviluppo di percorsi educativi alternativi innovativi e partecipati. Il Centro è dotato di sei aule destinate a ospitare circa 125 alunni, di 5 spazi dedicati a specifiche attività didattiche, di uno sportello di consulenza per le famiglie e di un ambulatorio per il counseling sanitario. L’intervento coinvolge una serie di realtà socio educative locali e internazionali che operano in rete, proponendo una risposta unica ed integrata ai bisogni dei bambini in età prescolare, delle loro madri e delle loro famiglie.

Il progetto Architettura di pace per Gaza è stato reso possibile grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri , della CEI – Conferenza Episcopale Italiana, del Comune di Milano, L.U.S.H. Italia e della rete di sostenitori  di Vento di Terra ONG.

La comunità beduina di Um Al Nasser. Il progetto coinvolge la comunità beduina di Um Al Nasser, stanziata a nord della Striscia di Gaza. Si tratta di popolazioni espulse dall’area di Bersheba nel 1948, con un passato semi-nomadico e caratteri culturali comuni con i beduini stanziati in Cisgiordania. Um Al Nasser si trova nei pressi del valico di Erez, a nord est della città di Beit Lahia e ad est del territorio della cittadina di Beit Hanoun, in un’area particolarmente coinvolta nelle fasi recenti del conflitto. Uno degli obiettivi del progetto mira a recuperare e promuovere l’identità legata alla “Civiltà della tenda”. Una società di tradizione antichissima nella quale la donna possedeva un ruolo centrale, in qualità di detentrice dei saperi indispensabili per la sopravvivenza.

Il Progetto architettonico. L’edificio è concepito in termini di sostenibilità ambientale proponendo soluzioni tecniche innovative che reinterpretano la cultura e l’identità locale. La progettazione architettonica è curata da un team di esperti nel settore: Il gruppo ARCò – Architettura e Cooperazione, che si occupa di sostenibilità e partecipazione in architettura, e lo studio MC A – Mario Cucinella Architects, studio di chiara fama internazionale che da tempo sviluppa ricerche sull’architettura sostenibile. Il progetto punta alla valorizzazione dell’identità locale reinterpretando il modello della tenda beduina: una struttura temporanea caratterizzata da elementi di sostegno verticale che sorreggono un telo decorato, solitamente in lana di pecora. La sua struttura è divisa al suo interno in due ambienti: uno pubblico dove avvengono le attività comuni e si ricevono gli ospiti e uno destinato alle attività private della famiglia. La struttura polifunzionale di Um Al Nasser reinterpreta questi caratteri tradizionali riproponendoli sotto forma di elementi architettonici contemporanei. La tenda viene sostituita da un’ampia copertura che, ripiegando su se stessa, richiama le diverse inclinazioni dei teli. Le linee orizzontali dei tipici tessuti beduini vengono riletti attraverso brise soleil in legno che permettono un controllo dell’irraggiamento solare.  L’asilo “cresce dal deserto”: le pareti isolanti che circondano le aule e il cortile centrale sono realizzati con sacchi riempiti di terra. Si tratta della tecnica degli earth-bag, proposta per la prima volta da Nader Kalili negli anni ’80. I muri sono in grado di preservare la realtà gioco-educativa dell’asilo, costruendo una vera e propria oasi protetta dalle difficoltà esterne.  Il Centro per l’infanzia è un edificio ad un piano, parzialmente interrato, per una superficie totale di 400 m2, dotato di 6 aule, libreria, direzione, aula docenti, area accoglienza, laboratorio attività psicomotorie, spazio polifunzionale, sportello famiglie, infermeria e servizi igienici. Le aule hanno una superficie di 25 m2, e possono ospitare circa 25 allievi ciascuna. “La Terra dei Bambini” offre spazi e servizi per le famiglie, uno sportello di consulenza, e attività di educazione alla salute e alla pace.

L’impatto ambientale. Dal punto di vista dell’eco-compatibilità dell’intervento, sono diversi gli accorgimenti che fanno di questo edificio un’architettura modello per il settore edile palestinese. Sono state privilegiate soluzioni low-tech e a basso costo, semplici da comunicare e implementare, atte ad essere replicate in altri contesti da parte della comunità locale.Ai progettisti si sono affiancate figure specifiche che hanno curato gli aspetti strutturali, energetici e del recupero delle acque. L’uso della terra e del legno permette di ridurre al minimo l’utilizzo di materiali inquinanti e ad alto impatto ambientale. Si tratta di un edificio ipogeo, ove gli ambienti sono parzialmente interrati. Tutte le aule godono dell’inerzia termica del terreno e dei muri, che garantisce temperature interne più basse in estate, e più miti in inverno. Un sistema di ventilazione naturale permette di godere di una temperatura percepita inferiore per un confort igro-termico ottimale. Il sistema a doppia copertura garantisce l’attivazione di moti convettivi e il riciclo dell’aria calda con quella più fresca proveniente dal basso. Si è previsto un sistema di  raccolta dell’acqua piovana che avviene attraverso l’ampia copertura e che viene stoccata in una vasca interrata. Dal punto di vista energetico, è stata prevista l’installazione di un impianto a pannelli fotovoltaici realizzato sfruttando le inclinazioni del tetto, così da garantire l’elettricità necessaria.

A  scuola di pace nella “terra dei bambini”. “La Terra dei Bambini” rappresenta un modello di qualità grazie all’impiego di metodi pedagogici innovativi, efficaci nel ridurre le problematicità emergenti legate ad un contesto difficile quale quello delle zone di conflitto. La scuola materna di Um al Nasser ha il duplice obiettivo di offrire ai minori un luogo di incontro e prepararli alla scuola primaria, prediligendo la centralità dell’esperienza ludica e meta cognitiva (imparare attraverso l’esperienza) del minore senza comunque trascurare l’insegnamento delle basi dell’arabo classico, della matematica e dell’inglese. Il progetto intende fornire assistenza ai minori e alle famiglie, garantire l’accesso ad adeguati percorsi educativi, di apprendimento e di preparazione. Realizzare un Centro per l’infanzia che sappia promuovere interventi di qualità significa intervenire sulla relazione “madre – figlio” e dunque, fornire un ambiente dove le donne ritrovino una dimensione propositiva nella comunità e nella famiglia. Gli insegnanti che si confrontano con modelli di organizzazione democratica, sviluppano capacità di problem solving e di lavoro per obiettivi, possono a loro volta diventare un modello positivo per i minori e per i loro genitori, coinvolgendo l’intera comunità in un processo di “educazione alla pace”.

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