No ai conflitti tra Università e Città, ci vuole un bel matrimonio

Pubblicato
10 May 2019

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«… nelle zone un po’ fragili, l’Università può giocare un ruolo fondamentale perché diventa un luogo di attrazione importante, ma anche di equilibrio per queste zone. Ci sono piccoli centri che vivono perché le università portano studenti insieme a tutta una serie di attività economiche e di ricerca» così Mario Cucinella durante la lectio magistralis tenuta all’Auditorium UNIMC di Macerata, durante la quale ha fatto luce sulla diffusione della cultura nelle aree interne del nostro paese, in rapporto con l’Università.

«C’è sempre un dibattito – ha aggiunto – tra Università e città. A volte i rapporti sono un po’ conflittuali, quando invece possono esserci dei matrimoni meravigliosi, perché da un lato ci sono un patrimonio storico-edilizio importante, musei, una storia importante e, dall’altro, una Università che continua a produrre quella cultura che è stata il grande motore di rinnovamento e di innovazione del Paese».

Cucinella che all’attivo ha numerosi progetti nell’ambito dell’edilizia universitaria, da Roma alla Val D’Aosta, ha ricordato la lezione del suo maestro Giancarlo De Carlo, che negli anni Sessanta ha potenziato l’Università di Urbino secondo un modello di crescita nel segno della continuità, riuscendo a mantenere l’equilibrio tra vecchi e nuovi luoghi, tra l’esterno e l’interno della città storica.

Sostenibilità ambientale, partecipazione, ascolto, rapporto con il territorio sono le linee guida della progettazione architettonica secondo l’architetto, che evidenzia, quindi, il ruolo in qualche modo etico di architettura e design come strumenti di miglioramento delle condizioni di vita e, nel caso di università e scuole, di apprendimento. Per guardare al futuro bisogna guardare al passato, ma senza essere nostalgici. «Al contrario che negli ultimi duecento anni, per migliaia di anni abbiamo costruito senza energia in profonda complicità con il clima – ha fatto notare -. La nostra storia è custode di una conoscenza enorme».

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