Tanto verde e meno auto. La Città ideale di Cucinella

Pubblicato
06 Dec 2018

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Articolo di Emanuela Giampaoli

«Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, disegni, di linguaggi. Le città sono luoghi di scambio e non soltanto scambio di merci. Sono scambi di parole e ricordi» così scriveva Italo Calvino ne “Le città invisibili” che stasera, 6 dicembre 2018, alle 20:30 all’Oratorio di San Filippo Neri di Bologna […] rivive con lo spettacolo “Il canto delle città invisibili”, a cura di Gabriele Via e ABC, preceduto da una lezione sulla città ideale dell’architetto Mario Cucinella.

[…]

Cucinella tenterà di spiegare perché gli uomini da sempre immaginano una città che non c’è. «È una tensione artistica che dalla torre di Babele fino alle città ideali dei Cinquecento arrivando al cinema, con “Metropolis” di Fritz Lang, ha attraversato la storia dell’umanità». La sua città ideale Cucinella se la immagina innanzitutto più verde. «La città di domani non può che nascere da un rapporto nuovo con l’ambiente, con la natura. Abbiamo creduto troppo nella tecnologia. I nuclei urbani contemporanei si confrontano con fenomeni che non hanno precedenti sia in termini demografici sia di megalopoli. Ora però il conto ce lo sta presentando il cambiamento climatico. Bisogna immaginare realtà urbane che facciano parte dell’ecosistema». La via è quella tracciata: meno auto, soprattutto nei centri storici, più parchi, più spazi alle bici.

«Anche Bologna si può reinventare in questo senso – avverte – un’occasione da non perdere sono le ex aree militari e ferroviarie, a patto che non diventino l’ennesima forma speculativa. Se tutta l’area del Ravone diventasse un grande corridoio verde, dall’Opificio Golinelli alla stazione, con i Prati di Caprara trasformati in un grande parco, anche per l’Ospedale Maggiore che ne avrebbe bisogno, sarebbe un asse di rilancio enorme per tutta la città. Le case dei ferrovieri del vecchio scalo Ravone si potrebbero riadattare per gli studenti e sarebbe bello che il Reno tornasse visibile. Le costruzioni brutte invece si possono tirare giù, non è che tutto vada riutilizzato. Almeno proviamo a sognarla questa città ideale, poi se va bene se ne realizza il 5%, Ma se nemmeno si ha una visione…».

 

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