#SOS5: presentati i risultati dei progetti per l’anno 2018/2019

Pubblicato
04 Aug 2019

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Il 26 luglio scorso, SOS – School of Sustainability ha celebrato il completamento del suo quinto ciclo con un appuntamento pubblico tenutosi presso il Museo Novecento di Firenze.

L’incontro conclusivo si è svolto alla presenza di ospiti illustri provenienti dal mondo dell’università, della ricerca e dell’industria tra cui Laura Lee, Architetto, FAIA, Hon FRAIA, Paolo Cresci, Ingegnere, Capo MEP, Arup Italia, Laura Andreini, Architetto, Professoressa Università degli Studi di Firenze e Mario Cucinella, Architetto Designer fondatore di SOS – School of Sustainability e MC A – Mario Cucinella Architects.

I giovani professionisti di SOS – School of Sustainability hanno presentato i risultati dei progetti sviluppati all’interno dei percorsi progettuali portati avanti nella fase finale della loro esperienza in SOS. Tre sfide globali sono state i driver delle ricerche applicate a casi di studio reali sviluppati con la supervisione di Mario Cucinella Architects e in collaborazione con partner di settore, istituzioni e accademici.

Future Visions SPA Towns

Future Visions SPA Towns ha affrontato i temi della salute e del benessere visti nella prospettiva del loro contributo alla rigenerazione di comunità, città e territori. La ricerca condotta dal team di “Architecture as a Social Business” si è concentrata sull’evoluzione delle città termali, viste nell’ambito dei più ampi temi della salute e del benessere, da applicare infine a Fiuggi, città che deve la sua attrattiva alle qualità curative delle sue sorgenti d’acqua, e che attualmente risente di un drastico calo della presenza dei visitatori in quanto, come è accaduto a molte altre città termali, non era preparata a reagire ai cambiamenti che interessano i modelli di fruizione turistica dei luoghi. Il lavoro è stato condotto in stretta collaborazione con la comunità locale, coinvolta in un processo volto ad ascoltare le sue esigenze, le istanze che sorgono dagli utenti della città e a condividere visioni strategiche e proposte progettuali per la rigenerazione dei suoi spazi pubblici. Sia a livello urbano che a livello di architettura, il progetto è un esempio unico di inclusione sociale che ha innescato un dibattito pubblico e ha aiutato gli stakeholder privati e pubblici ad avviare una conversazione su pratiche collaborative mirate alla rigenerazione urbana e al rilancio sociale ed economico della comunità.

Retrofit Strategies for Climate Change

Retrofit Strategies for Climate Change ha affrontato la questione globale dell’impatto dell’obsolescenza urbana e edilizia sulla qualità dell’istruzione e delle condizioni di vita e di lavoro delle comunità; la ricerca si è concentrata sulle conseguenze della “sostituzione edilizia” che viene portata avanti nei paesi emergenti come gli Emirati Arabi Uniti, dove la durata media di vita di un edificio scende dai 75 anni dei paesi occidentali, a 25 anni. In tali contesti c’è bisogno di un drastico cambiamento nel modo in cui gli attori pubblici pianificano e regolano i processi edilizi. Il team di “Post Carbon Architecture” ha condotto una ricerca esaustiva sulle pratiche passate, attuali e future di retrofit architettonico e urbano, per poter disegnare nuovi modelli di edifici e città caratterizzati dal forme avanzate di re-cycling up-cycling e hyper-cycling. Il contesto degli Emirati Arabi Uniti è stato fondamentale per la ricerca non solo per l’urgenza di intervenire di fronte al rapido degrado del patrimonio edilizio, ma anche per l’impatto su tale fenomeno da parte di condizioni climatiche estreme che potrebbero peggiorare a causa dell’aumento delle temperature legate ai cambiamenti climatici.  Il quartiere Mina Zayed di Abu Dhabi è stato scelto come caso di studio in accordo con l’Università di Abu Dhabi, partner della fase iniziale della ricerca, per il ruolo che svolgerà nel futuro sviluppo della capitale. Un complesso edilizio formato da torri ad uso misto rimasto incompiuto è stato scelto per dimostrare, attraverso metodologie avanzate di retrofit e indagini progettuali, la possibilità di promuovere un ecosistema urbano autosufficiente che produce, in ogni fase della sua evoluzione, l’energia vitale necessaria al suo mantenimento e alla sua futura crescita.

3D Printed Shelters

3D Printed Shelters ha affrontato il tema globale dei senzatetto, e le istanze che nascono dall’applicazione di tecnologie avanzate legate alla progettazione computazionale e alla stampa 3D per fornire soluzioni più rapide e di migliore qualità ad un’esigenza emergente a livello mondiale di alloggi di qualità. La ricerca si è basata  sull’acquisizione di un’ampia comprensione delle soluzioni adottate in passato e piu’ recentemente per rispondere alle emergenze legate a crisi ambientali, sociali ed economiche in tutto il mondo, per poi svilupparsi nella formulazione sistemica delle possibilità progettuali offerte dalle tecnologie digitali. Grazie alla collaborazione con partner industriali, è stato poi avviato lo studio di un prototipo di unità abitativa,  portato avanti attraverso la produzione di diversi campioni su piccola scala e su scala reale. Ispirata ai principi del cradle-to-cradle il prototipo di unità abitativa è stato progettato per essere prodotto usando direttamente uno dei materiali da costruzione più antichi e naturali “la terra” e la composizione dell’involucro è stata testata su quattro diversi climi per studiarne gli effetti sia sulle forme degli spazi protetti che sui loro componenti. Il team di Right to Quality Shelter ha sviluppato un processo di progettazione basato sul clima per identificare morfologie e schemi aggregativi rispettosi dell’ambiente, sia in siti di progettazione caratterizzati da clima freddo e asciutto, caldo e umido, caldo e secco e infine temperato. Gli esiti del processo di progettazione sono attualmente in fase di sviluppo in previsione della produzione su larga scala.

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