Terremoto, la nuova Camerino di Cucinella: dopo la ricostruzione una città migliore di come era

Pubblicato
10 Apr 2017

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Di Mariagrazia Barletta

L’architetto ha illustrato le linee guida per la rinascita di Camerino, che ambisce a diventare un modello di ricostruzione

Sarà Mario Cucinella, insieme alla comunità locale, a tracciare il percorso per la ricostruzione di Camerino. L’architetto ha accolto la richiesta del sindaco Gianluca Pasqui di «fare della città il caso studio della ricostruzione». Venerdì scorso Cucinella ha presentato le linee guida che intende seguire per realizzare il futuro piano strategico per la rinascita della città marchigiana, in un incontro che si è tenuto presso il Centro operativo comunale, alla presenza, tra gli altri, del sindaco Pasqui, del governatore delle Marche, Luca Ceriscioli, del presidente della provincia di Macerata, Antonio Pettinari e del commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani.

Partecipazione dei cittadini, graduale riconquista dei luoghi della normalità ed elaborazione di una strategia condivisa con le diverse istituzioni coinvolte, compresi gli uffici per la ricostruzione, la regione, la provincia, la curia e la soprintendenza. Sono questi principi guida del lavoro che l’architetto si appresta a compiere, insieme agli studenti della scuola di sostenibilità da lui fondata a Bologna e con la collaborazione dell’Università di Camerino. La salvaguardia dei beni e del valore ambientale dei luoghi è fuori discussione, ma ciò non impedisce di percepire la ricostruzione come opportunità, come un’occasione per rendere quei territori migliori di com’erano prima che il terremoto li flagellasse. «Il terremoto è un dramma di cui abbiamo tanto rispetto, ma deve essere anche un’opportunità di sviluppo» ha sottolineato Cucinella.

Ecco perché il principio del «com’era, dov’era» non ha senso, come l’architetto aveva affermato in un’intervista a «Progetti e Concorsi» lo scorso febbraio. Bisogna concepire la ricostruzione non come un mezzo per replicare esattamente ciò che c’era, ma bisogna considerarla come un’opportunità per rendere le città e i territori migliori di com’erano. Questo è il concetto espresso da Cucinella. «Io immagino – ha affermato – che quando avremo finito questo lavoro, e ci vorrà tempo, otterremo una Camerino migliore di prima». «Noi – continua – dobbiamo sfruttare questa opportunità perché diventi anche un esempio di metodo. Verranno altri terremoti, avremo altre comunità con lo stesso problema. Con questa esperienza possiamo costruire un aspetto metodologico».

La strategia di sviluppo deve, però, nascere da un percorso partecipato. «È importante che questo piano strategico – ha continuato l’architetto – sia veramente una strategia condivisa. Ciò che mi piacerebbe fare, insieme all’Università, è aprire quella che abbiamo chiamato la casa dei cittadini, cioè un luogo dove dialogare per costruire insieme ambizioni e desideri. I piani urbanistici hanno un valore tecnico e sono necessari ma deve esserci anche un piano di ambizioni».

In che modo tornare alla normalità spezzata dal terremoto è la prima questione da affrontare. «Quella normalità per me è data dalle cose che dobbiamo costruire rapidamente, dai luoghi di tutti i giorni: il piccolo giardino, la piazza, il luogo commerciale. Ritornare ad abitare, in tempi rapidi, nel centro storico è importante per non allargare quell’elastico della memoria che se si rompe non si ricostruisce più», ha sottolineato l’architetto. Iniziare dai luoghi del vivere insieme, che caratterizzano le nostre città e che fanno parte della nostra identità, specie dei piccoli centri, è tra le priorità. «Dobbiamo ricostruire anche i luoghi nuovi di cui c’è bisogno – ha aggiunto Cucinella – perché è necessario far ripartire le attività commerciali, però le facciamo partire con dei luoghi che la città poi si ritroverà, che non saranno solo una cosa tecnica, ma saranno anche belli, perché questo è molto importante».

Il sindaco ha ricordato il dramma del terremoto con alcuni numeri che riguardano il suo territorio, che conta «6.200 persone in autonoma sistemazione» e «220 attività economiche che non esistono più».

D’accordo con Cucinella sulla necessità di costruire anche qualcosa di nuovo, Vasco Errani. «Noi non ricostruiamo – ha sottolineato – solo per riparare ma anche per contrastare lo spopolamento che c’era prima». Ed allora è importante puntare sui servizi necessari e sulle infrastrutture anche tecnologiche, come la banda larga, ha affermato Errani, che ha anche ricordato quanto alla sicurezza sia legato anche lo studio del territorio. «La sicurezza – ha detto – è garantita non semplicemente dal tempo, ma anche dallo studio, per questo effettueremo la microzonazione sismica di terzo livello».

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